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eva i fianchi, e gongolava pensando che la infelice creatura ne avrebbe avuto fine al mattino seguente. Era questa la _bonne bouche_ del suo quotidiano banchetto di piccole infamie. Un avvenimento straordinario, e complicato da molti casi fatali, venne a troncarle sul piu bello, od almeno a cambiarne il corso. Il vecchio scorridore di giogaie, l'iracondo dispensiero di bastonate, il bevitore senza pari, il giuocatore febbricitante, cominciava a sentire il peso degli anni inesorabile. I primi bagliori dell'alba che venivano a trovarlo nel letto, egli non li salutava piu coll'animo lieto di una volta; "cosi presto?" pensava, e vestivasi con minor sollecitudine, guardando con un senso d'invidia, che non voleva spiegare a se stesso, la moglie che russava dall'altra parte. Le erte lo infastidivano; brontolava assai spesso contro l'incuria degli appaltatori stradali: e si sorprendeva le molte volte, a mezzo del cammino altre volte percorso d'un tratto, seduto sotto una quercia, colla testa annuvolata e le ginocchia indolenzite. Nel tempo stesso il suo carattere subiva insensibilmente una trasformazione. Il malumore senza parentesi serene, il non mai interrotto digrignare dell'animo suo, subiva adesso dei lunghi intervalli di stanchezza, nei quali pareva che quell'orso si sprofondasse in una profonda ed amara meditazione. Erano rimorsi? Era presentimento di avvenire funesto? La podagra lo assali repentina come un colpo di fulmine, e colla podagra tutti gli incomodi e le sofferenze reali o immaginarie che sono conseguenza degli improvvisi cambiamenti nelle abitudini inveterate. Allora, a sentirlo, non c'era giuntura che non gli dolesse, ne c'era altro sollievo per lui, che stroppicciargli le dita: cio che la placida sua consorte disimpegnava colla impassibilita e lo scrupolo con cui rigovernava ogni sera il vasellame di cucina. Al mattino era preso da granchi fortissimi allo stomaco che lo contorcevano sulle lenzuola come una serpe a cui si sia fracassata la testa; e lo seppellivano sotto una montagna di pannolini caldi che, egli, dopo un momento, gettava dalla finestra. Condannato all'immobilita dalla malattia, ebro di noia, un pensiero che non gli era mai passato pel capo dacche era uscito dalla scuola, gli attraverso la mente: che cioe esistevano dei libri e che probabilmente essi dovevano essere stati fatti per qualche cosa. Ne chiese; e fu un grande avvenimento in famiglia. Le due pulzelle corsero a nascondere nel
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