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ndosi alle cime arruffate dei pini, alcune nuvole vaporose che mutavano forma ad ogni minuto secondo, fiocchi di soffice cotone dispersi da un ventilabro invisibile. Aveva piovuto certo buona parte della notte; ogni foglia, ogni virgulto era una conca piena di goccie che ad una ad una, a intervalli uguali, faceano capolino all'orlo, si allungavano in forma di pere, staccavansi e precipitavano. Quelle migliaia e migliaia di stille facevano un rumor sottile, indefesso, impercettibile quasi, e che non ha nome nel vocabolario di nessuna lingua, Ora, pioveva ancora; ma, per accorgersene, era necessario affissar lo sguardo su qualche cosa di oscuro. Le fronde pendevano immote; pure, di tratto in tratto, un alito leggiero di vento le scoteva mollemente; cio ricorda quei respiri piu lunghi del solito che sollevano a distanza di parecchi minuti il petto di chi dorme dopo una buona digestione, e che sembrano uscire per attestar che la vita palpita tuttavia sotto la completa immobilita. I passeri aggruppati in crocchi malinconici si scambiavano dalle folte macchie degli onici il loro cicaleccio di semicrome e di semiminime affastellate, ma senza brio, senza vivacita, come per non tradir l'abitudine; e la rondine volava dalla campagna alla gronda, spossata, a malincuore, come un impiegato che vada all'ufficio col dolor di capo. Giungeva dalle convalli il belato lamentevole delle capre e degli agnelli in collera col trifoglio bagnato; le giovenche, piu parche di fiato, rispondevano ogni tanto con un lungo muggito che somigliava a una raccomandazione di aver pazienza. Sulla strada costeggiante il muro del giardino, quella dove il di prima si erano fermati a colloquio il Sindaco e il farmacista, sbuco d'improvviso una truce apparizione: un uomo con una cassa a spalle, una cassa da morto. Egli camminava a fatica sotto il peso, il quale, a tutti gli alberi che incontrava, ne scoteva, urtandovi, uno scroscio di goccie di pioggia che prevenivano cosi quelle dell'acqua benedetta. L'uomo, ad ogni nuovo scrollo, usciva in una bestemmia. M'accorsi allora delle campane che suonavano pei funerali della povera Gina. Ed io che il di innanzi, a quella finestra, aveva nell'anima un carnevale di rime! Discesi, e trovai preparata la tavola per la colazione. --Tre posate? chiesi a Baccio che ripuliva, strofinando e soffiando, il mobiglio. --Ma sicuro; uno voi, due il signor Bazzetta e tre il signor De Emma. --Il signor De Emma! sclam
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