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poco volgere d'ore a sovrumano furore di demone, la carne atteggiata alla espressione della pace, della mestizia, della mansuetudine, si e fatta brutale, freme, sogghigna, sembra volersi concentrare in un morso. Tale almeno la faccia di Beppe. Essa mi colmava di tanto stupore che non sapevo decidermi a rivolgergli la parola; e, poiche egli non aveva l'aria di accorgersi della mia presenza, continuai a camminare al suo fianco, pareggiando i miei ai suoi lentissimi passi. A un tratto al dissopra di noi, dalla finestra della camera di don Luigi si fe' udire la bella voce del medico. --Signori, diceva, l'ammalato non piu ammalato, desidera la loro presenza, e prega il signor pittore a voler passare in cucina ad avvisar Monna Mansueta che si prendera quassu il caffe in compagnia. Queste parole furono dette con un umorismo misto di serieta che mi piacque immensamente. --Si viene, risposi; ed a Beppe: --Saliamo. Egli mi guardo, si tocco la falda del cappello e mi segui. Quando entrai con Beppe nella camera del curato, lo trovai diffatti intieramente riavuto. Sorrise a me, stese la mano a Beppe e, tirandolo a se, gli disse: --Dunque senti figliuolo, abbiamo, il dottore e io, abbiamo concertato qualcosa per te. Tu non puoi rimaner qui: hai bisogno di far vita nuova. Il dottore t'ha trovato un posto di guardiano presso alcuni suoi ricchi parenti nel bresciano. Tu lascierai qui i bimbi, Mansueta n'avra cura finche non sii in grado di prenderli teco. Tu seguirai il dottore a Zugliano e domani ti condurra egli stesso alla tua nuova dimora. Va bene cosi? Il poveretto teneva il capo basso, perplesso fra la reverenza e un gran desiderio di dire di no. Finalmente balbetto fra i denti: --Perdoni, ora non posso partire.... ancora qualche giorno per sbrigar certe faccende.... --Dimmi il tuo bisogno,--faro io per te ogni cosa... Beppe fatto piu ardito scoteva il capo. --Non hai piu confidenza nel tuo vecchio amico... di' su cosa hai da far qui.... di' su,--e gli figgeva con inquietudine i suoi grand'occhi in viso. Il mandriano stornava smarrito i suoi in cui balenavano lampi sinistri di ferocia. Il curato si turbo e, con voce tremante dallo sgomento, tendendo l'indice verso Beppe. --Ragazzo, tu pensi a colui.... soggiunse severamente. Beppe non pote piu contenersi: lo vinse un terribil parossismo: si butto a terra, si contorceva, si mordeva i pugni e con rantolo straziante: --Me lo lev
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