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povera conduttrice del negozio, sudata come un pulcino, faceva una confusione non mai veduta nel distribuire le tazze di caffe, i _capiler corretti_ e i bicchierini di _anesone_ di Brescia. --No, no, no, diceva a mezza voce, aggiustandosi la cravatta intorno al collo, il vecchio cancelliere Anastasio; no, qui c'e sotto un mistero. --_Mysterium, mysterium invocat_! notava cattedraticamente il maestro di scuola; e, ne attesto i sette savii della Grecia, il mistero che circonda questi signori non comincia qui. --Eh! bonta di Dio! voi siete pulcini nel guscio ancora; e volete pigolare, e delle cose e della gente delle grandi citta. Se ci aveste passato un mese e cinque giorni di seguito, come me... bonta di Dio!... a Milano! I palazzi, i teatri, gli equipaggi... il corso... il caffe, e... come lo chiamano il laus... lans... chinetto, il maca... ca... il camao... giuochi d'inferno!... Quante famiglie di cui ieri si parlava come del re Erode, ricchi da non saper piu contar i denari... da un momento all'altro, trac! colle gambe all'aria... e chi l'ha avuta, l'ha avuta! Allora, somigliano buone anche le cittaduzze di campagna, anche le borgatelle dei montanari. Chi parlava con tanta esperienza di causa era il signor Ernesto, il piu bel giovane del paese a detta delle mammine, e quello che _vestiva_ con maggior garbo, a detta delle fanciulle. Quel mese e cinque giorni passati a Milano lo circondavano di gloria, come l'aureola dei Santi, ed egli passava la vita, in un ozio senza riposo, bellimbusto davanti alla farmacia e al caffe, giocatore ammanierato e pieno di mentita sbadataggine al tavolino delle carte, annoiato e contento, sbadigliando e pavoneggiandosi, capace di parlare dall'alto al basso anche col re, se lo avesse incontrato, e lasciando sempre nel discorso una filza di sottintesi che davano a pensare agli ingenui suoi compaesani chi sa quanti romanzi pieni di tragiche e sentimentali vicende... tutte nel giro di quel mese e di quei cinque giorni. Egli si arriccio i lunghi baffi neri, arrotondo coll'indice della destra le tese di un cappello di feltro di una bianchezza insolente, e lasciata cader con grande rumore la stecca che aveva nella sinistra, e, inalberandosi come uno che stia per prendere la corsa, soggiunse: --Le citta... le grandi citta come Milano! come Parigi!--non sono stato a Parigi... ma fa lo stesso; chi ha visto Milano ha visto Parigi... miglia piu, miglia meno. Il denaro fugge, scappa, sciv
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