FREE BOOKS

Author's List




PREV.   NEXT  
|<   167   168   169   170   171   172   173   174   175   176   177   178   179   180   181   182   >>  
cchia e passavano delle ore in silenzio, oppure ella narrava del teatro, gli raccontava le favole da lei eseguite. Una fra l'altre aveva la preferenza. Quella del poema di Guarini, che era stata la sorgente del suo primo successo a Venezia. Ella si godeva di ripeterne le scene gentili: di fingersi Silvia e chiamare Aminta il suo compagno. La funesta fantasia la sedusse al punto che un giorno tirato fuori dal suo baule il costume in cui aveva sostenuta la parte della ninfa--ella lo teneva sempre come ricordo--lo reco alla Carbonaia prima dell'ora del ritrovo, e indossatolo quando Luigi venne a sedersi sotto le querele centenarie, ella sfilo in mezzo alle macchie, e gli si presento in quella foggia, col gonnellino azzurro, i biondi capelli intrecciati di rose bianche e coperti di un lungo velo sottilissimo, bella, affascinante, smagliante di amore. Al povero uomo parve una visione, egli cadde sbalordito, delirante ai suoi piedi. Da quel giorno essi non vissero piu su questa terra. In casa non si incontravano quasi piu: Rosilde, per convenienza non erasi mai seduta alla mensa del presbiterio. Ella evitava con cura di lasciarsi trovare in giardino: temeva i confronti, voleva che la sua gioia fosse fuori della vita, lontana dal reale, immensa, senza limiti. E tal fu per due mesi, in cui il povero Luigi spesse volte si senti venire meno dinanzi all'altare e visse come rapito in un sogno. Egli non viveva piu veramente che alla Carbonaia, dove dimenticava la vita, dove obblioso del suo cielo muto, impassibile egli trova un paradiso di delizie ardenti. La povera Rosilde fu la prima a risvegliarsi--e pur troppo tocco a me il tristo ufficio di richiamarla alla triste realta. Un giorno ch'io mi recavo al Fontanile la incontrai per istrada: dapprima parve volesse cansarmi,--ma poi mi venne incontro ella stessa e mi accompagno per un buon tratto. Le chiesi della sua salute con premura. --Benissimo, rispose, ma impallidi un poco. L'esaminai attentamente, le feci qualche altra interrogazione. Sembrava avesse a dirmi qualcosa e non ardisse. Allora presi il suo polso fra le mie mani, la costrinsi con delle violenze a levare la fronte, le fissai uno sguardo penetrante negli occhi. Una febbriciuola le serpeggiava per le vene: le sue palpebre avevano dei toni lividi. Il mio sospetto si muto in certezza. --Povera amica mia, sclamai con accento di dolore e di sorpresa. Ella capi, divento smorta come fosse di cera
PREV.   NEXT  
|<   167   168   169   170   171   172   173   174   175   176   177   178   179   180   181   182   >>  



Top keywords:

giorno

 

povero

 
Carbonaia
 

Rosilde

 

triste

 

realta

 

ufficio

 

troppo

 

tristo

 
richiamarla

recavo
 

incontro

 

stessa

 
accompagno
 
cansarmi
 

volesse

 

Fontanile

 
incontrai
 

istrada

 
dapprima

passavano

 
povera
 
venire
 

dinanzi

 

altare

 

silenzio

 
spesse
 

rapito

 

impassibile

 
paradiso

delizie
 

tratto

 

ardenti

 

obblioso

 

viveva

 

veramente

 

dimenticava

 

risvegliarsi

 

chiesi

 
palpebre

avevano
 
lividi
 

serpeggiava

 

penetrante

 

sguardo

 
febbriciuola
 

sorpresa

 

dolore

 

divento

 

smorta