si brevemente da lui,
accompagnato dall' istessa frequenza di popolo, ma da niuno di
quelli della corte, si ritiro nella strada di Sant' Antonio alle
sue case."_ Lib. ix.]
15. See the speech of Ashtaroth and his companions, on taking leave of
Rinaldo, whom they had transported to the field of Roncisvalles:
_Noi ce n' andremo or, io e Farfarello,
Tra le campane, e soneremo a festa,
Quando vedrem, che tu farai macello.
In Roncisvalle una certa chiesetta
Era in quel tempo, ch' avea due campane,
Quivi stetton coloro alla veletta,
Per ciuffar di quell' anime pagane,
Come sparvier tra ramo e ramo aspetta;
E bisogno, che menassin le mane,
E che e' batessin tutto il giorno l' ali,
A presentarle a' guidici infernali._
Il Morgante Maggiore, Canto XXVI. St. 82, 89.
16. See the speech of Ashtaroth to Rinaldo, in the Morgante Maggiore.
_Noi abbiam come voi principe e duce
Giu nell' Inferno, e 'l primo e Belzebue,
Chi una cosa, e chi altra conduce,
Ognuno attende alle faccende sue;
Ma tutto a Belzebu, poi si riduce
Perche Lucifer relegato fue
Ultimo a tutti, e nel centro piu imo,
Poi ch' egli intese esser nel Ciel su primo._
Canto XV. St. 207.
17. This striking account of the entry of the guards is literally from
DAVILA.
"_La mattina del Giovedi duodecimo giorno di maggio, un' ora
innanzi giorno, si sentirono i pifferi e i tamburi degli Suizzeri,
che battendo l' ordinanza entrarono nella citta per la porta di
Sant' Onorato, precedendo il Maresciallo di Birone a cavallo, e
conseguentamente sotto i loro capitani entrarono con le corde
accese le compagnie de' Francesi."--"All' entrare della milizia,
nota a tutta la citta per lo strepito de' tamburi, il popolo pieno
di spavento, e gia certo, che la fama divolgata dell' intenzione
del re era piu che sicura, comincio a radunarsi, serrando le porte
delle case, e chiudendo l'entrate delle botteghe, che conforme all'
uso della citta di lavorare innanzi giorno, gia s' erano cominciare
ad aprire, e ognuno si messe a preparare l'armi, apettando l'ordine
di quello si dovesse operare._" Lib. IX.
18. It was a frequent complaint of the tories at this period, that the
commons, in zeal for their own privileges and immunities, were apt
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