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ente, un gatto vecchio che sapeva arrampicarsi, porto` la mano alla visiera, si piego` come si piega un bastoncino di giunco, sussurro` delle paroline sorridenti, Dio sa quali sciocchezze! Elisa arrossi` un poco, sorrise anch'essa e corse ad avvisare il babbo. Io intanto non perdevo di vista il campanile di Golasecca. Elisa apri` le persiane della terrazza, e dopo un istante usci` anche lo zio Michele, sotto un gran cappello di paglia. Il buon uomo pareva beato che la villa Teresa diventasse un punto strategico da far parlare i giornali, e porto` egli stesso sotto il padiglione della terrazza due lunghi cannocchiali, coi quali pretendeva di vedere le fabbriche di candele steariche anche nel mondo della luna. Elisa, una discreta chiaccherina quando voleva, avvio` una grande conversazione col tenente che col braccio teso andava via via, segnandole i punti principali delle operazioni di campo, intercalando, suppongo, delle scipitezze, perche` le manovre son cose serie, e non si ride delle cose serie. Io intanto non perdevo di vista il campanile di Golasecca. Vedendo che non c'era modo di attirare l'attenzione di Elisa un poco anche sul caporale, mi volto a' miei due soldati, li squadro da cima a fondo, e scoperti due bottoni d'una uosa "che non c'erano":--Pare impossibile,--strillai schiamazzando come un'oca del Campidoglio,--pare impossibile, sacr.... che si portino di quelle porcherie; testa di gatto! perche` mancano que' due bottoni? E zitto, o vi butto in prigione per tre settimane, sacr..... Ma la conversazione del sor tenente era cosi` piacevole che l'Elisa non s'accorse delle mie bestemmie. Mi pentivo di non aver detto prima al tenente che mio zio era mio zio, e mia cugina qualche cosa di piu` di una cugina: ma non l'avevo fatto per antipatia, per ignoranza. Peggio per me! Pero` mia cugina sapeva bene il numero del mio reggimento, e quel numero l'aveva sotto gli occhi; perche` non avrebbe dovuto domandare al tenente se conosceva il caporale cosi` e cosi`? Il tenente presento` a mio zio, com'era giusto, anche il suo biglietto di visita, con tanto di corona sopra: mio zio fe' due occhi di barbagianni, s'inchino`, strinse le labbra come se assaggiasse del vin santo, passo` il biglietto alla figlia, che si profuse anch'essa in riverenze. Corbezzole! un marchesino non capita tutti i giorni tra' piedi; non si sa mai cio` che un marchesino puo` diventare. Mio zio avrebbe voluto essere una saponetta per le sue bel
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